Ciliegino sott’olio sono una conserva popolare della Sicilia.
Scopriremo La preparazione dei pomodori secchi sott’olio consiste nell’essiccazione lenta, al sole del pomodoro che perde la sua acqua e acquista piano piano un sapore deciso. Il Ciliegino sott’olio sono un ottimo antipasto serviti ad esempio con delle fette di pane casereccio, ma possono essere utilizzati anche per insaporire un primo piatto o per arricchire con un gusto più deciso diverse preparazioni.
Il Ciliegino sott’olio si possono conservare per molti anni in un luogo fresco e al buio.iniziamo con la preparazione:
Il pomodoro sott’olio sono una conserva popolare della Sicilia.
Scopriremo La preparazione dei pomodori secchi sott’olio consiste nell’essiccazione lenta, al sole del pomodoro che perde la sua acqua e acquista piano piano un sapore deciso. I pomodori secchi sott’olio sono un ottimo antipasto serviti ad esempio con delle fette di pane casereccio, ma possono essere utilizzati anche per insaporire un primo piatto o per arricchire con un gusto più deciso diverse preparazioni.
I pomodori secchi sott’olio si possono conservare per molti anni in un luogo fresco e al buio.iniziamo con la preparazione :
Il famoso ciliegino di Pachino essiccato gode di molte proprietà benefiche. ha effetti diuretici, ricco di licopene e di caroteni, sostante che agevolano il corretto funzionamento dell organismo e lo difendono dai radicali liberi. Contiene una buona dose di vitamina C, ad azione riparatrice e rigeneratrice su tutte le cellule dell’organismo.
E’ ricco anche di sali minerali, con una funzione equilibratrice e disintossicante. I
La reputazione che il pomodoro di Pachino si è conquistata su tutti i mercati è dovuta ai seguenti fattori:
La mandorla è la protagonista assoluta della pasticceria siciliana. Le principali preparazioni a base di mandorle sono la pasta reale (che, a differenza del marzapane mitteleuropeo, è lavorata a crudo), la martorana (riproduzione fedelissima di frutti o di ortaggi), i dolcetti da riposto (miniature di frutta e di ortaggi più piccole della martorana impreziosite da zucchero cristallino), le conchiglie (a forma di cappesante e ripiene di marmellata di cedro), il latte di mandorle, il torrone.
Sono tre le varietà coltivate nelle campagnedi Noto: Romana, Pizzuta d’Avola e Fascionello. La prima è quella che dà i frutti migliori dal punto di vista organolettico (il sapore è intenso e aromatico, il colore bianco-rosato) ma meno apprezzati dal mercato (per la forma tozza e irregolare). La terza varietà è una via di mezzo fra le prime due: simile alla Pizzuta per la forma dei frutti e “vigorosa” come la Romana. Queste antiche cultivar hanno un guscio spesso e legnoso: un involucro che trattiene i grassi, conservando a lungo il sapore e il profumo delle mandorle ma, per contro, la resa non è alta.
Stagionalità
Il periodo di raccolta delle mandorle è da luglio ad agosto, ma si trovano sul mercato tutto l’anno.
Questa varietà di pistacchio cresce sui terreni accidentati di Bronte e in nessun altra parte d’Europa. E solo qui ha un colore verde smeraldo così brillante e un profumo così intenso, resinoso, grasso.
Avvitato su strade ripide tra l’Etna e i Nebrodi, Bronte vive di pistacchi: c’è chi li coltiva, chi li commercia, chi li trasforma in dolci, creme e salse.
Gli alberi non si concimano, non si irrigano – anche perché di acqua non ce n’è – si trattano pochissimo e si potano un paio di volte, per eliminare i rami secchi e togliere le gemme negli anni “di scarica”. Il pistacchio, infatti, un anno produce e un anno riposa e, durante quest’ultimo, i contadini eliminano le poche gemme spuntate sui rami in modo che la pianta possa immagazzinare tutte le energie per esplodere nella stagione successiva.
Attesa per due anni, la raccolta è il momento decisivo. Tra la fine di agosto e l’inizio di settembre il paese si svuota: nei loci (nome locale delle pistacchiete) lavorano tutti: donne, vecchi e bambini. La raccolta è complicata, si fa in bilico sui massi di lava, aggrappati ai rami con una mano, mentre con l’altra si staccano i chicchi uno a uno, per farli cadere nella sacca di tela legata al collo. In una giornata di lavoro si raccolgono al massimo 20 chili di pistacchi. Soltanto nei terreni più facili ci si può aiutare sistemando un telone sotto l’albero.
Il pistacchio di Bronte si raccoglie nel mese di settembre, il prodotto sgusciato si può trovare tutto l’anno.
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